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Nonostante la comunità ebraica di Firenze sia molto antica, non si hanno ad oggi notizie certe e documentate sui luoghi di culto nei secoli antichi fino all'istituzione della prima sinagoga di rito italiano nel ghetto.

La storia del tempio israelitico maggiore di Firenze parte nel 1868 quando il presidente dell'Università Israelita decise di destinare parte dei suoi beni alla realizzazione di una grande sinagoga che potesse così compensare la mancanza di un importante luogo di culto per la comunità fiorentina. La costruzione dell'edificio fu il simbolo dell’emancipazione ebraica, cioè della libertà politica e religiosa, raggiunta dalla comunità ebraica fiorentina dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia.

Per ebrei, turisti e appassionati la visita della sinagoga rappresenta un'occasione per scoprire e conoscere l'architettura e l'arte della comunità ebraica. Lo stile architettonico si distingue dal classico fiorentino, approndando allo stile moresco, un tipo di arte islamica, a significare un forte sentimento di emancipazione e libertà.

All’interno, al primo e secondo piano, vi è l'importantissimo Museo Ebraico che espone una collezione di oggetti cerimoniali e di arredi destinati al culto, alcuni dei quali provenienti proprio dalle sinagoghe perdute dell'antico ghetto. Presente anche una sala, attrezzata per la visione di documentari in memoria della Shoa.

Abbigliamento per la Sinagoga di Firenze:

Per il rispetto del luogo è richiesto sia a uomini che a donne di avere coperte spalle e gambe (fino al ginocchio). Agli uomini è richiesto di indossare in sinagoga qualsiasi copricapo; sono inoltre disponibili gratuitamente in accoglienza parei e scialli per visitatori. 

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